COME RICONOSCERLA, PREVENIRLA E COMBATTERLA
Il dolore lombare, detto anche lombalgia o più semplicemente mal di schiena, indica un disturbo di carattere muscolo-scheletrico, in quanto va a interessare i muscoli e le ossa della parte inferiore della schiena, ovvero la regione lombare.
La presenza di dolore nella zona lombare è una condizione ampiamente diffusa nella popolazione occidentale, causa in alcuni casi, anche frequenti, di accessi in ortopedia, visite mediche specialistiche e una prolungata assenza dal lavoro.
In base alla durata del dolore si distinguono varie forme di lombalgia:
- Lombalgia acuta: è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un forte dolore, che tende a risolversi generalmente nel giro di pochi giorni. A questa categoria appartiene il cosiddetto “colpo della strega”, di fatto una contrattura muscolare causata da un movimento brusco o dall’aver sollevato un peso eccessivo;
- Lombalgia subacuta: la persistenza del dolore si protrae per più tempo rispetto alla forma acuta, anche se scompare entro le 12 settimane;
- Lombalgia cronica: nonostante il disturbo di norma sia più sopportabile rispetto al dolore acuto, è la forma di lombalgia più invalidante in quanto permane per più di 3 mesi, compromettendo, nelle situazioni più gravi, anche le normali attività quotidiane.
Non bisogna tuttavia confondere i termini lombalgia e lombosciatalgia.
Nel primo caso il dolore muscolo-scheletrico è localizzato a livello del rachide (cioè il raggruppamento di più vertebre di una specifica regione del corpo umano) lombare, dorsale o di entrambi, mentre nel secondo si irradia alla superficie posteriore della coscia a causa della compressione e dell’infiammazione del nervo sciatico, generalmente per la presenza di un’ernia alla colonna vertebrale.